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DIRITTO DI RECESSO

Il diritto di recesso consente al consumatore di svincolarsi anticipatamente da un contratto senza addurre particolari motivazioni e, per tale motivo, è spesso chiamato in gergo anche diritto di ripensamento.

Si tratta chiaramente una facoltà eccezionale, che deroga alle regole generali ed è posta a tutela della parte contraente che, in ragione delle particolari circostanze in cui è stato stipulato il contratto, si trova in una posizione di debolezza rispetto all’altra.

Proprio per tale ragione, come vedremo meglio più avanti, il diritto di recesso disciplinato dal codice del consumo è esercitabile solo in casi particolari, predeterminati dalla legge.

Prima di analizzarlo, va precisato che, quando si parla di consumatore e di professionista, si allude alle qualifiche così come definite dal codice del consumo, in forza del quale è consumatore colui che agisce per scopi estranei all’attività commerciale o professionale e si premura di acquistare beni o servizi, mentre è professionista colui che agisce per fini professionali o commerciali.

Quando spetta il diritto di recesso

Il diritto di recesso unilaterale disciplinato dal codice del consumo, come accennato, non può essere esercitato con riferimento a qualsiasi contratto ma solo in due specifiche ipotesi:

  • se il contratto viene concluso a distanza (es. acquisti via internet, a mezzo televendite)
  • se il contratto viene concluso al di fuori del negozio (es. acquisti effettuati per strada, vendita a domicilio, etc.)

Come esercitare il diritto di recesso

Come esercitare il diritto di recesso

Le modalità tramite le quali il consumatore può esercitare il diritto di recesso sono quelle di cui all’articolo 54 del codice del consumo, che gli consente, alternativamente, di:

  1. a) utilizzare il modulo tipo di recesso di cui all’allegato I, parte B, del codice stesso,
  2. b) presentare una qualsiasi altra dichiarazione esplicita della sua decisione di recedere dal contratto.

In ogni caso, la comunicazione relativa all’esercizio del diritto di recesso deve essere inviata prima della scadenza del periodo di recesso.

In alternativa, il professionista può offrire al consumatore l’opzione di compilare e inviare elettronicamente il modulo di recesso tipo riportato all’allegato I, parte B, o una qualsiasi altra dichiarazione esplicita sul sito web del professionista, comunicandogli poi senza indugio la conferma di ricevimento su supporto durevole.

L’onere di provare di aver correttamente esercitato il diritto di recesso incombe sul consumatore.

 

Quando esercitare il diritto di recesso

 

Il termine entro il quale esercitare il diritto di recesso da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali, ai sensi dell’articolo 52 del codice del consumo, è di quattordici giorni decorrenti, in caso di contratti di servizi, dalla conclusione del contratto o, in caso di contratti di vendita, dall’acquisto da parte del consumatore del possesso fisico dei beni (o, nelle ipotesi particolari contemplate dallo stesso articolo 52, dell’ultimo bene, dell’ultimo lotto o prezzo, del primo bene, o dalla conclusione del contratto). In caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità (che non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata), di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, il termine di quattordici giorni decorre dal giorno della conclusione del contratto.

L’informativa precontrattuale

 

Secondo quanto disposto dall’articolo 49 del codice del consumo, il venditore a distanza è tenuto a informare il consumatore, tra le altre cose, dell’esistenza del suo diritto di recesso, consentendo in tal modo di esercitare tale facoltà anche a chi non la conosce. Il venditore deve anche consegnare il modulo tipo di recesso, di cui all’allegato I, parte B, del codice stesso.

L’obbligo di informativa precontrattuale può generare conseguenze anche sulle tempistiche per esercitare il diritto di recesso, in quanto se il professionista non la fornisce, il periodo per esercitare tale diritto termina dopo dodici mesi dalla fine del periodo di recesso iniziale (quindi il diritto di ripensamento si estende per un anno e quattordici giorni).

Se, invece, il professionista fornisce le informazioni entro dodici mesi dalla data di decorso iniziale del periodo ordinario di recesso, il periodo per il ripensamento termina quattordici giorni dopo il giorno in cui il consumatore ha ricevuto le informazioni.

Diritto di recesso: i costi

L’esercizio del diritto di recesso non comporta costi e il consumatore dovrà essere rimborsato di tutti i pagamenti eseguiti in occasione della vendita, senza possibilità per il professionista di applicare delle penalità.

In particolare, il prezzo della vendita va rimborsato entro quattordici giorni dalla ricezione, da parte del venditore, della comunicaizione di recesso. Chiaramente il consumatore, dal canto suo, dovrà restituire il prodotto acquistato, che va rispedito entro quattordici giorni. La spesa per la spedizione è di norma a suo carico.

Quando non spetta il diritto di recesso

In alcuni casi specificamente individuati dal codice del consumo (art. 59) il diritto di recesso è escluso.

Si tratta delle seguenti ipotesi:

  • contratti di servizi dopo la completa prestazione del servizio, se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con l’accettazione della perdita del diritto di recesso a seguito della piena esecuzione del contratto da parte del professionista;
  • fornitura di beni o servizi il cui prezzo è legato a fluttuazioni nel mercato finanziario che il professionista non è in grado di controllare e che possono verificarsi durante il periodo di recesso;
  • fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati;
  • fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente;
  • fornitura di beni sigillati che non si prestano a essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna;
  • fornitura di beni che, dopo la consegna, risultano, per loro natura, inscindibilmente mescolati con altri beni;
  • fornitura di bevande alcoliche, il cui prezzo sia stato concordato al momento della conclusione del contratto di vendita, la cui consegna possa avvenire solo dopo trenta giorni e il cui valore effettivo dipenda da fluttuazioni sul mercato che non possono essere controllate dal professionista;
  • contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell’effettuazione di lavori urgenti di riparazione o manutenzione;
  • fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;
  • fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;
  • contratti conclusi in occasione di un’asta pubblica;
  • fornitura di alloggi per fini non residenziali, trasporto di beni, servizi di noleggio di autovetture, servizi di catering o servizi riguardanti le attività del tempo libero qualora il contratto preveda una data o un periodo di esecuzione specifici;
  • fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l’esecuzione è iniziata con l’accordo espresso del consumatore e con la sua accettazione del fatto che in tal caso avrebbe perso il diritto di recesso.

Art. 52 codice del consumo

Si riporta qui di seguito il testo dell’articolo 52 del codice del consumo, dedicato al diritto di recesso del consumatore.

  1. Fatte salve le eccezioni di cui all’articolo 59, il consumatore dispone di un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali senza dover fornire alcuna motivazione e senza dover sostenere costi diversi da quelli previsti all’articolo 56, comma 2, e all’articolo 57.
  2. Fatto salvo l’articolo 53, il periodo di recesso di cui al comma 1 termina dopo quattordici giorni a partire:
  3. a) nel caso dei contratti di servizi, dal giorno della conclusione del contratto;
  4. b) nel caso di contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dei beni o:

1) nel caso di beni multipli ordinati dal consumatore mediante un solo ordine e consegnati separatamente, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell’ultimo bene;

2) nel caso di consegna di un bene costituito da lotti o pezzi multipli, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell’ultimo lotto o pezzo;

3) nel caso di contratti per la consegna periodica di beni durante un determinato periodo di tempo, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico del primo bene;

  1. c) nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno della conclusione del contratto.
  2. Le parti del contratto possono adempiere ai loro obblighi contrattuali durante il periodo di recesso. Tuttavia, nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, il professionista non può accettare, a titolo di corrispettivo, effetti cambiari che abbiano una scadenza inferiore a quindici giorni dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o dall’acquisizione del possesso fisico dei beni per i contratti di vendita e non può presentarli allo sconto prima di tale termine.

Il diritto di recesso nel codice civile

Va infine precisato che il diritto di recesso del quale ci siamo occupati in questa guida, che, come detto, è quello regolamentato dal codice del consumo, va tenuto distinto dal diritto di recesso unilaterale previsto dal codice civile.

Quest’ultimo, infatti, va espressamente pattuito tra le parti contrattuali e trova la sua disciplina nell’articolo 1373, in forza del quale: “1. Se a una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto, tale facoltà può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione. 2. Nei contratti a esecuzione continuata o periodica, tale facoltà può essere esercitata anche successivamente, ma il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione. 3. Qualora sia stata stipulata la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo ha effetto quando la prestazione è eseguita. 4. È salvo in ogni caso il patto contrario”.

Qui la guida completa con il fac-simile di lettera per il recesso


Fonte: Il diritto di recesso: cos’è e come si esercita https://www.studiocataldi.it/articoli/25213-diritto-di-recesso-come-esercitarlo.asp#ixzz6fY2YLPTg
(www.StudioCataldi.it)

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